In occasione dell’Eid Al Adha, abbiamo il piacere di presentarvi Hamza Roberto Piccardo, da anni uno dei simboli della comunità musulmana italiana
K: Chi è Hamza Roberto Piccardo?
R: È un musulmano italiano, nato nel 1952 e rinato in islam a partire dal 1975, al hamdulillah. Ligure-siciliano, padre di 5 figli e nonno di 6 nipotini, è poeta, scrittore, traduttore, editore (ed. Al Hikma – Libreria Islamica.net).
È stato per oltre un ventennio un dirigente della UCOII, la principale organizzazione musulmana italiana.
K: Com’è arrivato all’Islam?
R: La storia è ben raccontata da un docufilm realizzato per Al Jazira documents
In poche parole una traversata del Sahara pensata come avventura di poche settimane si è trasformata in un viaggio spirituale e dottrinale che, In shâ’ Allah, la morte terrena terminerà in questa vita ma per la misericordia di Allah non finirà mai.

K: Cosa vuol dire essere l’unico traduttore ufficiale del Corano in italiano?
R: Ci tengo a dire che non esiste la categoria della “traduzione ufficiale”. Il fatto che quella a cui ho lavorato cinque anni dal 1990 al 1994 (e sulla quale non ho mai smesso di lavorare) sia stata accettata e pubblicata dalla Majamma Malik Fahd di Madina al Munawwarah non ne fa affatto una traduzione ufficiale. Ogni traduzione è frutto dello sforzo del/dei traduttore/i e revisori. Talune sono affidabili, altre meno, tal altre ancora inaccettabili.
Sono onorato che il mio lavoro sia stato accettato e a apprezzato dalla stragrande maggioranza e della comunità islamica in Italia, oltre che da quella istituzione in Arabia Saudita, da Diyanet (agenzia religiosa di Stato turca ha pubblicato la mia versione), ma questo non ne fa comunque una “traduzione ufficiale”.
K: Cosa significa e in cosa consiste la festa dell’3eid al adha?
R: ‘Id adha è la celebrazione del sacrificio di Abramo che obbedendo ad Allah altissimo stava per sacrificare Ismaele il suo maggiore fino al momento in cui il Misericordioso sostituì miracolosamente il ragazzo con un montone. La festa si svolge il decimo giorno del mese del Pellegrinaggio (Dhul Hijja) il quale prevede diversi riti che culminano con la stazione dei pellegrini nella piana di Arafah nel nono giorno del sacro mese. In tutto il mondo i musulmani praticanti che non partecipano al hajj digiunano nel giorno di Arafah e l’indomani tutti quanti celebrano la Festa del Sacrificio (appunto ‘id Adha).
Nelle prime ore del mattino ci si riunisce in uno spazio scelto appositamente e si compiono due unità di preghiera rituale (rakat) che sono seguite da un sermone tenuto dall’imam. È sunna sacrificare un agnellone (non meno di un anno di vita) e darne una parte ai poveri. In occidente considerata la difficoltà di attuare il sacrificio rispettando le leggi locali, molti musulmani versano il prezzo corrispondente ad una organizzazione umanitaria islamica che lo fa a favore di musulmani indigenti.
K: Quali speranze ha a proposito della comunità islamica in Italia?
R: Noi musulmani viviamo un tempo difficile in Europa. È iniziato nei primi anni ‘90, proprio in concomitanza con il formarsi della nostra comunità in Italia. Prima Al Qaida, poi l’11/09 e infine Daesh, gli attentati in Europa e la tragedia del Medio Oriente. Un infame gioco politico e mediatico ha avvalorato una narrazione infausta per noi muslims. Da parte nostra lo scarso livello culturale medio e le difficoltà oggettive di una comunità di recente immigrazione, variegata ed eterogenea non ha aiutato un sereno processo d’inserzione.

Quanto ai musulmani italiani “autoctoni”, siamo ancora molto pochi, generalmente mal visti e comunque abbiamo bisogno di qualche lustro ancora per avere un peso politico e culturale nel nostro paese.
Ci vorrà pazienza e lavoro e che Allah ci protegga e ci sostenga
Grazie mille per l’intervista, ne approfittiamo per augurare ancora a tutti un felice ‘eid da passare con la propria famiglia in gioia e serenità. Jazaka Allahu Khairan