Ci siamo, il derby più caldo di Turchia sta per iniziare. Uno scontro che vede le due compagini più titolate dell’Anatolia dare sudore e lacrime per diventare, almeno per una sera, signora di Asia ed Europa. Signori e signore ecco a voi il Kıtalararası Derbi, il Derby Intercontinentale.
Due sponde divise
Galatasaray-Fenerbahce non è solo un derby fra due grandi club, è qualcosa di più, uno scontro sia fisico che ideologico fra le due grandi anime della Turchia: quella europea di Galata e quella orientale di Kadıköy.
Una rivalità che potrebbe ricordare quella tra le due milanesi ma che ha lasciato intatto il suo antico calore, rendendola una sfida che, per forza di cose, trascende tutte le altre. Per farvi capire quanto sia profonda la divisione fra i club basta scoprire la storia dei due fondatori, agli antipodi da ogni punto di vista.
Un club internazionale
Ali Sami Yen, fondatore del Galatasaray, era infatti figlio di Sami Fresheri, scrittore e patriota albanese che pose le basi della Rinascita. Nazionale del proprio paese, Ali, infatti, non è seppellito a Istanbul ma a Berat, città nel sud dell’Albania storicamente legata alla presenza ottomana nel paese. L’idea di Yen era quella di un club universale:

«Giocare con gli inglesi, avere un nome, un colore, e battere le squadre non composte da turchi»
e, visto il suo fondatore, non poteva che avere aspettative internazionali.
A Yen è attribuita anche la scelta dei colori sociali, il giallo ed il rosso, come «colori di una fiamma la cui luminosità avrebbe condotto la squadra alla vittoria sugli avversari».
Il club reale
Tanto il Galatasaray trova le sue origini dalla periferia dell’Impero ottomano quanto le trova il Fenerbahce nel suo centro.
«Fener Bahce in turco vuol dire Giardino del faro e i colori sociali erano il giallo e il bianco, fu solo nel 1910 grazie all’intervento dell’artista Hikmet Topuzer che il club passò ai suoi attuali colori».
Il club fu, infatti, fondato da Ziya Songülen, discendente del sultano. Quest’ultimo non resistette al divieto imposto dal sovrano Abdul Hamid II e fondò il proprio club a Kadıköy, allora città separata da Istanbul.
Il club deve la sua celebrità in Turchia grazie al tifoso più celebre in assoluto. Ataturk infatti non nascose mai la sua passione per i gialloblu e tutt’ora la sua fede è motivo di orgoglio per i tifosi.
Il derby della bandiera
«Fra gli episodi più caldi si può sicuramente citare quello legato allo scozzese Graeme Souness».
L’allenatore che dopo quel derby venne da sempre soprannominato «Ulubatlı Souness».
La finale di Coppa di Turchia del 1995-1996 vede contrapporsi proprio i due club di Istanbul e dopo l’andata, vinta 1 a 0 dal suo Galatasaray, si gioca il ritorno a casa del Fenerbahce. I gialloblu segnano il primo goal e obbligano la partita ai tempi supplementari, al 116esimo però il gallese Dean Saunders la sblocca e porta il Galatasaray al trionfo dopo ben 2 due finali perse.
Lo scozzese a quel punto esplode e pianta una bandiera dei giallorossi nel mezzo del campo avversario, esplode il finimondo. Da quel momento in poi Souness prenderà il soprannome del leggendario turco che per primo pose la bandiera ottomana a Costantinopoli.
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